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Psicologia del poker: interpretare il comportamento degli avversari

In passato abbiamo parlato di quei gesti ripetuti e di tutti quei piccoli comportamenti subconsci che possono regalarci indizi circa la mano degli altri player al tavolo. Oggi cerchiamo di capire come anche i comportamenti “consapevoli” dei nostri avversari possano offrirci la stessa opportunità.

Se non l’hai ancora letta, qui c’è la prima parte: Poker tells e linguaggio del corpo.

Cerchiamo ora invece di tracciare dei profili tipici di comportamento al tavolo verde.

Giocatore impulsivo. È quel giocatore che non si sofferma a soppesare tutte le possibilità, getta un’occhiata veloce alle carte e, istantaneamente, decide di foldare.
Un comportamento di questo genere, ripetuto più volte nel corso della partita, può darci informazioni davvero preziose: siamo di fronte a chi non rischia, difficilmente tenterà un bluff, gioca soltanto con carte ragguardevoli. È facile tendere inganni a questo tipo di giocatori e, attraverso puntate esplorative, capire cosa hanno in mano, quanto è forte il loro punto fino a, se usiamo un pizzico di astuzia, rubargli il piatto anche con punti minori.

Il can che abbaia. È il giocatore che rilancia prima del flop, ostentando sicurezza e carte interessanti ma poi, una volta che il flop è a terra, si limita a checkare o a piazzare una puntatine leggera. Eh, no, così non va. Lui forse non se ne sarà accorto, ma ci ha regalato informazioni circa la sua mano. Che, nella maggior parte dei casi, sarà bassa, debole o ferma allo stato progettuale. Se ne abbiamo la possibilità, le contromisure contro questi tipi di giocatori sono le solite: aggredirli, impaurirli e costringerli ad abbandonare i loro progetti prima del tempo.

Il pensatore. Tocca a lui, si sofferma, ci pensa, aspetta un poco e poi punta. Il più delle volte i casi sono due: o sta cercando ingannarvi facendovi credere di avere carte altisonanti che in verità non ha (è così, spesso, quando la puntata è blanda), oppure ha effettivamente delle carte ragguardevoli. Il consiglio è di osservarlo bene nel corso della mano: potreste riuscire a capire il suo gioco e se è il caso di scappare o smascherarlo.

Lo smorfioso. Nel senso del giocatore che fa le smorfie, parla, impreca, invoca la sfortuna e, una volta foldato, si dispera perché le carte successive gli avrebbero fatto chiudere favolosi poker o scale reali. A mio avviso sono i giocatori più molesti, quelli che spero sempre di non incontrare ma, ahimé, per un’ineluttabile legge di Murphy, puntualmente mi siedono accanto. Spesso si tratta di principianti, ma non è raro che questo comportamento sia adottato anche da giocatori professionisti, proprio per irritare gli avversari e portarli ad essere sottovalutati. Salvo poi punirli sonoramente alla prima occasione utile. Il consiglio è: diffidate. Non lasciatevi spaventare e riuscirete a leggerne il gioco e la forza della mano. E poi dicono che a questi giocatori le scale reali arrivino solo quando foldano.

Toccata e fuga. Il giocatore ha un comportamento repentino. Poche esitazioni e piazza una bella puntata sostanziosa. Beh, di sicuro è un modo di fare che ostenta massima sicurezza, messo in atto proprio per farvi lasciare il gioco. Bisogna valutare bene le proprie mosse in casi come questi, le carte del giocatore potrebbero nascondere un bel punto, soprattutto se si tratta di giocatori principianti. Insistere potrebbe significare, effettivamente, andare incontro ad una bella batosta.

E infine c’è il giocatore professionista, quello che attua tutti questi comportamenti e non ne lascia trapelare nessuno. Li mescola e ne inventa di nuovi, spiazza, sorprende e, alla fine dei giochi, si porta sempre a casa un bel piazzamento. Ecco, quelli sono i giocatori migliori (o peggiori, a seconda dei punti di vista).

Sono loro che… inutile che continuo, il resto già lo sapete. In fondo è di voi che stiamo parlando, o no?

 

 

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