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Il Teorema Fondamentale nel Poker

Se giocate al tavolo verde, c’è un teorema che non potete proprio non conoscere: si tratta del teorema fondamentale del Poker.

Questo teorema dice che…

Si parte da un assunto: il poker è un gioco di informazioni incomplete. Incomplete perché non potrete mai basare le vostre decisioni su certezze matematiche per un semplicissimo motivo: le uniche carte di cui potrete davvero conoscere il valore sono le vostre e quelle comuni a terra. Su tutte le altre potrete soltanto basarvi su congetture, intuito ed esperienza. È per questo che le vostre informazioni saranno sempre limitate, imperfette, parziali. Incomplete, appunto.

Ecco allora la fondamentale differenza tra un buon giocatore ed uno inesperto: la capacità di colmare questi vuoti d’informazioni in modo da valutare il più correttamente possibile le carte dei nostri avversari.

Nella stessa misura, il giocatore esperto sarà in grado di mascherare nel miglior modo possibile le carte in suo possesso.

Dopo questa premessa è arrivato il momento di introdurre il “Teorema fondamentale del Poker”, enunciato da David Sklansky, matematico, giocatore professionista e autore di “Theory of Poker”, libro considerato a tutti gli effetti la bibbia del poker.

Di seguito il Teorema Fondamentale del Poker, suddiviso in due parti per semplificarne l’assimilazione:

1. Assioma:

« Ogni volta che giochi una mano diversamente da come l’avresti giocata se avessi potuto vedere tutte le carte dei tuoi avversari, guadagnano loro.

Ogni volta che giochi la tua mano nello stesso modo in cui avresti giocato se avessi potuto vedere tutte le loro carte, loro ci rimettono”.

2. Da questo ne consegue che:

 “Viceversa, ogni volta che gli avversari giocano le loro mani diversamente da come avrebbero fatto se avessero potuto vedere tutte le tue carte, tu ci guadagni.

Ogni volta che giocano le loro mani nelle stesso modo in cui avrebbero giocato se avessero potuto vedere tutte le tue carte, tu ci rimetti”.

Anche se può sembrare tortuoso, il teorema ha un significato molto semplice: per massimizzare le vostre vincite (nel lungo periodo), bisogna cercare di giocare sempre come se conosceste le carte degli avversari e, allo stesso modo, cercare di far giocare gli avversari nella maniera più lontana possibile da come avrebbero fatto se avessero conosciuto le vostre carte.

Un esempio pratico può schiarire le idee. Al river chiudiamo un tris, e bettiamo la puntata minima. Il nostro avversario ha una doppia coppia e fa call. Bene, il piatto è nostro, ma secondo il teorema ci abbiamo comunque rimesso dei soldi perché, se avessimo conosciuto le carte del nostro avversario, avremmo ragionevolmente puntato di più, certi della vittoria. I soldi che ci abbiamo rimesso sono quelli che non siamo riusciti a sgraffignare al nostro avversario, ovvero non abbiamo massimizzato la vincita.

Altro esempio. Abbiamo 4/5 di colore al flop e l’avversario fa due bet minimi con una coppia. Noi li vediamo, ma alla fine non chiudiamo il nostro progetto di colore. Abbiamo perso il piatto ma poco male, se ripetiamo quella giocata nel lungo periodo abbiamo un’aspettativa di vincita positiva. Secondo il teorema abbiamo “guadagno”, perché abbiamo minimizzato la perdita inseguendo un progetto in cui le odds erano dalla nostra parte.

Come ogni teorema che si rispetti, la sua assimilazione non è immediata, per questo invito a rileggerlo con calma e magari a rivedere le mani che si giocate in quest’ottica: “se avessi conosciuto la mano dell’avversario avrei fatto lo stesso?”. Se la risposta è si, complimenti, state giocando da veri professionisti.

Un’ultima osservazione: il Teorema Fondamentale del Poker ha la sua massima validità soprattutto in caso di heads up (uno contro uno). Nel caso di più giocatori la faccenda si complica ulteriormente, ma questo lo vedremo un’altra volta.

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